Con la presente intendo rispondere all’articolo di apertura pubblicato sulla prima pagina del numero di dicembre del vostro giornale. Ho atteso la conclusione delle elezioni politiche ritenendo fuori luogo un dibattito territoriale in mezzo ad una campagna elettorale nazionale che nulla aveva a che vedere con quanto di buono fatto dall’amministrazione pianorese e dal sindaco Minghetti in questi anni. Sarebbe stato assolutamente ingiusto mettere il piano il locale in mezzo alla bagarre nazionale. Vi ringrazio per la stima, le speranze e le aspettative che nutrite nei miei confronti rispetto alla “carriera provinciale”, ma desidero informarvi che al momento non ricopro nessuna carica al di fuori di quelle amministrative di Consigliere Comunale e di delegato per la maggioranza di centro-sinistra nel Consiglio dell’Unione dei comuni Savena-Idice. Lo scorso novembre a seguito di un acceso congresso del Partito Democratico ho terminato il mio mandato di segretario comunale, ho deciso di non ricandidarmi e al momento sono quindi un semplice iscritto e volontario con grandi dubbi e interrogativi come tanti, sul ruolo del partito e sulle sue dinamiche interne dalle quali purtroppo anche Pianoro non è esente. La voglia di fare politica che mi ha sempre spinto a lavorare per questo territorio mi porta a dire che continuerò a investire il mio tempo libero per cercare di migliorare questo paese, ma l’ambizione che spinge molti “rampanti” – giovani e meno giovani – a seguire strade più semplici e cercare di fare carriera politica tramite scorciatoie o appoggi dall’alto non mi appartiene e non mi interessa. Per quanto riguarda la questione pianorese delle primarie di coalizione da voi citata, il mio auspicio, del tutto personale, è che si arrivi, come in tutte le elezioni passate, ad un candidato che sia unitario. I partiti sono fatti di persone (non sono un’entità astratta calata dall’alto), le persone all’interno dei partiti si esprimono, lo abbiamo visto anche in questo congresso appena trascorso. In tutte le elezioni precedenti si è trovato un accordo all’interno dei partiti e dei movimenti presenti nell’area di centro-sinistra pianorese senza dover ricorrere alle primarie (in molti casi del tutto inutili vista la differenza di consenso tra i candidati) e mi auspico che anche questa volta si possa fare lo stesso, senza preclusione alcuna verso le primarie di coalizione che considero un metodo democratico e civile per la scelta della futura classe dirigente, ma che in certi casi abbiamo visto come siano una macchina burocratica pesante e di come aprano spesso divisioni e rancori figli di una discussione di bassa lega, di cui non credo abbiamo bisogno in questo momento storico. Un ultimo appunto riguardo alla critica di “non essere più in mezzo alla gente”. Sono cambiate molte cose negli ultimi anni sia nel Partito Democratico che nel fare politica, a tutti i livelli. Quello che non è mai cambiato è la nostra presenza sul territorio rispetto ai problemi dei cittadini. I problemi sono sempre più complessi e le persone sempre più esigenti, la società sempre più basata sulla percezione e sulle credenze anziché sui dati scientifici. Nonostante ciò non abbiamo mai smesso di partecipare alla discussione politica, al volontariato, all’associazionismo, alla cultura, allo sport. Il nostro partito e la comunità pianorese sono composti per la maggior parte da persone generose, volenterose che hanno voglia e possibilità di partecipare alla crescita del proprio territorio e in questi anni (dopo una profonda crisi di partecipazione dovuta anche alla crisi economica) abbiamo visto anche in questi campi una ripresa. Sono quindi ottimista: vedo positivamente il futuro di Pianoro e credo che chiunque si candiderà come futura classe dirigente troverà tante persone che vorranno partecipare a questo percorso, pronte a mettere a disposizione le proprie idee e le proprie braccia. Di fronte all’incertezza e alla violenza del mondo che ci circonda, non c’è certezza più forte che una comunità unita e solidale come la nostra.

Marco Zuffi