da sinistra Cesare Hilbe, Massimo Hilbe, Simonetta Saliera

E’ deceduto lo scorso mese di marzo, all’età di 81 anni, Massimo Hilbe, uno dei titolari della Rhibo di Pianoro. Produttrice di parti di ricambio per automobili, la Rhibo era stata fondata nel 1936 e, trasferitasi a Pianoro alla fine degli anni Cinquanta da via Foscherara, era diventata una delle prime aziende insediatesi sul territorio, dove è rimasta, fino al 2005. Il mio è un ricordo personale che credo sia condiviso da molti pianoresi che in quell’azienda, come me, hanno lavorato. Ho conosciuto il Signor Massimo (come tutti in azienda lo chiamavamo), alla fine degli anni Settanta quando era contitolare di Rhibo, insieme allo zio Ruggero e ai fratelli Cesare e Marco. L’azienda aveva allora circa 300 dipendenti, ma dava lavoro anche a numerosi artigiani della zona, insieme alla consorella SACI di via dell’Artigiano e alla Pastore Lombardi di Bologna oggi guidata dal figlio Riccardo. L’ufficio estero dove io lavoravo era quello che il Signor Massimo seguiva spesso personalmente, conoscendo molto bene le lingue e in particolare quella tedesca. Il suo stile sobrio, molto signorile e riservato incuteva timore, anzi, diciamo pure, per quel che mi riguarda, una soggezione esagerata, ma non ero la sola. Infatti, quando il Signor Massimo entrava negli uffici, cosa che avveniva con puntualità ogni pomeriggio, si creava un silenzio speciale dovuto sia alla sua autorevolezza nel rapportarsi con noi impiegati sul lavoro svolto, sia alla nostra consapevolezza che lui sarebbe stato gentile, ma anche molto diretto nel giudizio. Ricordo il suo rapporto e le discussioni con Donati, il sindacalista del Consiglio di fabbrica appassionato e tenace, poi divenuto leader di tutto l’ambito sindacale locale. Forse il rapporto così diretto con Donati avrà contribuito a costruire quella sua peculiare capacità di mediare poi espressa nel suo impegno all’interno di Confindustria Bologna. Il passaggio di Rhibo ad un’altra altra proprietà e il conseguente trasferimento a Torino non era certo prevedibile negli anni ai quali si riferiscono questi miei ricordi: quegli ultimi anni Settanta che furono di grande vitalità sociale per Bologna e per le sue periferie. Ho avuto modo di incontrare in anni più recenti il Signor Massimo qui a Pianoro e di ritrovare il suo immutato legame con questo territorio al quale ha dedicato il suo difficilissimo impegno di imprenditore. Le ultime volte in cui ci siamo incontrati è stato, nel 2006, in occasione di una donazione, da parte di Rhibo alla nostra Pubblica Assistenza e al Corep per il 70° della fondazione dell’azienda e poi al nostro campo da baseball, uno sport che aveva rappresentato una delle sue passioni giovanili e al quale non aveva fatto mancare il suo generoso supporto negli ultimi anni. La sua autorevolezza e la mia soggezione rimanevano immutate nonostante il tempo trascorso. Sono certa che molti non dimenticheranno la sua generosità, verso i dipendenti e verso le crescenti necessità del territorio, sempre corrisposta con riservatezza. Credo di interpretare il pensiero di tanti ex dipendenti e di tanti pianoresi nel partecipare al dolore del figlio Riccardo, della moglie Simona, del fratello Cesare e dei famigliari tutti.