
da sinistra Malika Loumane, Andreina Cavazza e Mohamed Salam
“Integrazione significa due popoli che si incontrano, e il popolo che arriva rispetta le tradizioni del popolo locale e cerca di applicarle, ed uno insegna all’altro, e insieme i due popoli si uniscono”. Questa la filosofia di fondo di Mohamed Salam, l’imam (ossia colui che dirige la preghiera) della comunità musulmana di Pianoro, che incontriamo insieme a Malika Loumane coordinatrice del gruppo femminile e ad Andreina Cavazza della Cooperativa Dolce, responsabile del Centro Giusti di Pianoro. Mohamed è in Italia dal 2008, viene dal Marocco, 46 anni con tre figli, e fa il magazziniere. Malika è in Italia del 1993, 52 anni di Casablanca, fa l’operaia e dei suoi 4 ragazzi due oramai sono laureati, uno studia ancora e la figlia sta cercando lavoro. La Comunità musulmana di Pianoro comprende circa 250 persone, molti dei quali praticanti. Non c’è un luogo dove potersi incontrare e pregare, e per il mese del Ramadan (principale festa religiosa dei musulmani) viene presa in locazione una sala del Centro Arcipelago per la preghiera o per le celebrazioni comunitarie. “La nostra comunità non ha un luogo dove trovarsi qui a Pianoro – aggiunge Mohamed – questo è molto dannoso anche per i nostri figli in quanto il rischio che incontrino degli islamici radicali che facciano loro il lavaggio del cervello può essere un problema. Sono proprio i ragazzi la fascia più debole perché rimangono schiacciati fra la tradizione musulmana e religiosa dei genitori e la realtà dell’Occidente in cui vivono, e molto spesso questo causa loro un trauma. Fortunatamente nel nostro Comune la Comunità è molta coesa, sono tutte brave persone che lavorano e hanno famiglia e che portano avanti i principi moderati dell’Islam. Ad esempio noi non costringiamo le nostre donne a vestirsi in un certo modo, ma sono loro a decidere cosa fare. La nostra comunità è formata da marocchini, pakistani, tunisini, algerini, senegalesi albanesi e rappresentanti del Bangladesh e dei paesi della ex Jugoslavia. Vi sono anche alcuni italiani che, convertiti, vengono a pregare con noi”. Facciamo notare a Mohamed che i cristiani, in alcuni paesi arabi, non hanno gli stessi diritti di cui loro godono in Italia. Mohamed ci risponde che non tutti i paesi musulmani sono uguali e ci invita a visitare il Marocco “…dove c’è un popolo ospitale, che crede nell’integrazione, e, dove nonostante la situazione economica critica, non si muore di fame; è un paese moderato e bisogna aiutare le persone buone e i moderati a crescere nei paesi più radicalizzati”. Andreina Cavazza ricorda la positiva esperienza di metà giugno quando, in occasione della fine del Ramadan, la comunità musulmana si è ritrovata in Piazzale Falcone e Borsellino, alla presenza anche del Vescovo di Bologna Monsignor Matteo Zuppi, parroco di Pianoro Don Paolo Rubbi, del vice sindaco di Pianoro Franca Filippini e del coordinatore della comunità islamica di Bologna Lafram Yassine, per celebrare un momento di festa, con una tavolata di oltre 350 persone. “Come donne ci sentiamo protagoniste in questa religione – mi ricorda Malika – anche nei rapporti con i figli non imponiamo loro le nostre regole ma li lasciamo liberi di decidere cosa rispettare. Molte nostre famiglie hanno esponenti praticanti che vengono a pregare ed esponenti laici che non frequentano, un po’ come i cattolici”. Chiedo a Salam di che cosa necessita la comunità musulmana di Pianoro. “Un centro per poter stare insieme – mi risponde Mohamed – per fare attività per i nostri figli e anche per pregare. A settembre creeremo un’associazione, sia per avere un soggetto giuridico per organizzare le iniziative, sia per poter collaborare con l’Amministrazione per la pulizia dei luoghi pubblici o per il controllo del territorio. Non vogliamo avere dei contributi o dei soldi, perché quelli li raccogliamo fra i componenti della Comunità, ma vogliamo creare un’integrazione vera con le persone e col territorio. Io mi sento pianorese a tutti gli effetti e ho ottimi rapporti con tutti, e in particolar modo col Centro Giusti e con i volontari dell’Auser fra cui signori Fantini e Sarti che tanto ci aiutano nelle nostre attività. I musulmani qui a Pianoro sono puliti, ben integrati, gran lavoratori, non disturbano e lavorano, si comportano bene nei luoghi pubblici perché la nostra comunità è scrupolosa. Non ci sono, come in altre zone, spacciatori o ladri. È una Comunità positiva. Sentiamo che anche le persone di Pianoro ci aprono le braccia, io lo sento tutti i giorni nel mio rapporto con le persone. Pianoro è il mio paese e voglio fare qualcosa di bello per il mio territorio. Voglio dire grazie ai pianoresi per il clima che hanno creato nel paese che facilita l’integrazione”.
Gianluigi Pagani