Padre Pio

Padre Pio è uno dei santi più amati dagli italiani, forse per il suo carattere duro o per la sua storia di sofferenza personale. Molti pianoresi lo hanno incontrato di persona ed hanno avuto occasione di confessarsi da lui. Raccontiamo due storie. A Rastignano, Paolo Galli e Rina Ansaloni avevano l’abitudine di scendere a San Giovanni Rotondo un paio di volte all’anno. Una persona del posto prenotava la confessione per loro e, qualche giorno prima della data, li chiamava al telefono. Paolo e Rina, subito, prendevano il treno e poi la corriera per arrivare da Padre Pio. Paolo ha sempre raccontato che una volta, mentre attendeva il proprio turno per la confessione, stava parlando con una persona in fila. Questa sembrava essere molto religiosa, svolgendo tante attività a favore dei poveri nel proprio territorio. Quando però questa persona si è confessata da Padre Pio, lo stesso Santo l’ha cacciata via in malo modo, urlando e sbraitando. Paolo ha sempre raccontato la paura che ha provato nel cuore, in quel momento: “…se il Santo ha cacciato via una persona così religiosa, chissà cosa farà con il sottoscritto”. Forse Padre Pio aveva visto nel cuore di quella persona qualcosa di particolarmente negativo. Anche Don Luciano Bavieri, attuale parroco di San Giacomo di Pianoro, undicenne, fece parte di un gruppetto che andò da Padre Pio. La sua mamma voleva presentarlo al frate per chiedergli se il figlio sarebbe diventato sacerdote. Ma, non si era prenotata e quindi non riuscì neanche ad accedere al confessionale. Ultimo giorno e già con le valigie in mano, estremo tentativo. Entrarono in chiesa; vi era una fila ininterrotta dalla porta fino al confessionale. La madre spinse avanti il piccolo Luciano, ma lui, fu riluttante a procedere nella fila. A circa sette metri dal confessionale, alcuni fedeli protestarono e Padre Pio, aperto lo sportellino del confessionale, si mise a gridare con una certa violenza, zittendo tutti. Poi, sempre gridando spazientito, rivolto verso don Luciano e alla madre, disse: “Ma sì, ma sì, divenderà brède, divenderà brède!” e poi chiuse di nuovo lo sportellino del confessionale…ma nessuno gli aveva rivolto la domanda ad alta voce! Don Luciano servì come chierichetto alla Messa del Santo. “Durante la Celebrazione Eucaristica, un po’ lunga per un bambino undicenne – ci racconta lo stesso don Luciano – all’offertorio dovevo presentargli un piattino in cui Padre Pio riponeva i mezzi guanti che indossava a coprire le stigmate, e riportaglieli poi prima di scendere per la comunione ai fedeli. Un tale <devoto> e con petulante insistenza voleva che gli sostituissi i guanti-reliquia indossati dal Santo con altri da lui portati e preparati dello stesso colore e forma. Ho sempre risposto no e con orrore a questa <iniqua> proposta”. Se avete altre storie che riguardano Pianoro e Padre Pio, mi potete contattare al cellulare 333.71.90.458.

Gianluigi Pagani

Il capitello votivo di Giovani Paolo II

IL CAPITELLO VOTIVO IN RICORDO DI GIOVANNI PAOLO II

Nello scorso mese di ottobre il Vescovo di Bologna, monsignor Matteo Zuppi, ha inaugurato a Rastignano, all’interno del parco di Via di Vittorio, un capitello votivo “in ricordo e a memoria della figura storica e dell’impegno sociale di Karol Wojtyla, San Giovanni Paolo II – si legge nella motivazione – ed insieme della positiva esperienza che, proprio in questo luogo, vissero i pianoresi seguendo la figura di don Gianni Caimi salesiano e del sindaco Gianfranco Nannetti”. Di seguito l’Arcivescovo di Bologna, accompagnato dal sindaco Gabriele Minghetti e dal parroco don Giulio Gallerani, ha visitato e benedetto la sede dell’associazione Amici di Tamara e Davide, complimentadosi per l’ottimo lavoro che svolge da tanti anni in ambito sociale e assistenziale.

Gianluigi Pagani