Nel caso dei rifiuti urbani, non è sempre la consistenza apparente quella che distingue la nocività delle cose che quotidianamente buttiamo nel “pattume”, però è necessario – non solo in questo campo e se vogliamo bene ai bambini, compresi quelli di domani – che ognuno cerchi di contribuire a quello che genericamente chiamiamo rispetto (e/o recupero) ambientale. Non mi sento personalmente di “lanciare la prima pietra” (tante sono le modalità per influire negativamente), ciò nonostante vengo a riferire alcune cose personalmente riscontrate nei contenitori di vario colore e funzione che la pubblica Amministrazione ha collocato per un corretto svolgimento dell’importante servizio. Questa estate ho notato nel cassonetto “indifferenziato” una trentina di libri e “quadernoni” scolastici che, tolta la copertina plastificata, ho poi trasferito nell’apposito contenitore azzurro. Dopo alcune settimane ho riscontrato un caso analogo: Anche qui ho provveduto, come avevo fatto nella precedente occasione, nel senso che pian piano ho vuotato tutto il “borsone” già collocato nel contenitore indifferenziato, per mettere il materiale cartaceo nel posto giusto. Più recentemente, sempre nel contenitore generale, c’era un sacco con 26 (ventisei) bottiglie di vario tipo che, estratte una ad una, ho infilato nel contenitore del vetro. Oggi, nel contenitore “generale”, sono finiti due pesanti lavandini (belli e apparentemente nuovi) che erano stati poggiati a terra da un paio di giorni (forse, erroneamente pensando che avrebbero potuto essere utili a qualcuno): probabilmente nella operazione di successivo avvenuto lancio nel cassonetto, uno di essi si era evidentemente rotto in vari pezzi (non so con quali effetti, nel caso di contatti con ingranaggi). Ho riferito queste cose per dire che è giusto adeguare e migliorare sempre le regole, ma bisogna pure che ogni cittadino (di suo, in qualunque ruolo agisca) ci metta buona volontà.

Iliano Guglielmi