Hemingway, uno che sicuramente se ne intendeva, soleva ripeterlo: «Non c’è nessun amico più leale di un libro». Fortunati, quindi, noi abitanti di Rastignano, che abbiamo a disposizione una così bella e ben fornita biblioteca. Fortunati ma non troppo, dal momento che la vita della biblioteca in questione è governata da un orario a… singhiozzo. Per poterla frequentare, infatti, occorre essere un rabdomante cartaceo: tre giorni alla mattina, due soli pomeriggi, una serata stiracchiata (molto piacevole e ben organizzata dalla bravissima Manuela la serata del cine pizza): roba da far passare la voglia di leggere, dopo aver letto l’orario esposto in bacheca. E naturalmente, visto che a queste latitudini si fanno le cose per bene, a rimetterci maggiormente sono quelli che dovrebbero essere i principali fruitori di questo servizio, i nostri figli, che magari potrebbero frequentare la biblioteca in compagnia delle proprie insegnanti, unendo l’utile di una lezione interessante al dilettevole di nuove scoperte (ogni riga che leggi, è un mondo nuovo che si spalanca davanti). Invece no, o meglio sì il martedì e il mercoledì, ma mai di lunedì, giovedì o venerdì. Perché? Perché rendere più difficoltosa la strada – già impervia per definizione – dell’insegnamento? Perché non regalare ai ragazzi uno strumento in più per aprire le proprie menti? La risposta c’è, ma non soddisfa: non si fa per problemi di costi. E chissà come verranno investiti, i soldi risparmiati tra una mancata assunzione e la non costruzione di una fontanella nella piazzetta (manca, ve ne siete accorti?): ma questa è un’altra storia, e non vorremmo mai ascoltarla…

Elisa Fantini