Athos Fabbiani

Athos Fabbiani, nato nel 1942, fin dall’età giovanile, ha “sempre” fatto politica collocandosi nella sinistra riformista, maturando via via spiccate intuizioni e capacità organizzative. E’ stato Assessore presso il Comune di Pianoro una prima volta a cavallo degli anni 60/70 (Cultura e Sport) e, dopo una interruzione legata sostanzialmente ad impegni operativi e dirigenti assunti presso Aziende cooperative operanti nel ramo della Macellazione di cui si è occupato per molti anni, venne poi nuovamente chiamato e confermato nel decennio successivo alla carica di Assessore comunale (Bilancio e Attività produttive), mettendo a disposizione l’esperienza concreta frattanto maturata nello svolgimento della cennata attività di impresa. Pare giusto ricordare che Athos, probabilmente anche per la sua esperienza nel mondo economico e avendo presente il valore sociale delle imprese, vide per tempo e chiaramente che ovunque la politica non sarebbe stata in grado di gestire direttamente l’economia, ma doveva accompagnarla e indirizzarla in modo positivo sotto i molteplici suoi aspetti, salvaguardando l’interesse generale. Quindi, nel superamento dei “blocchi ideologici contrapposti” nella parte ultima del secolo scorso – oltre la speranza della pur auspicata attenuazione dei rischi militari sul piano internazionale – Athos vide l’avvio di un futuro mondiale presumibilmente multipolare, contrassegnato dal principio dei “vasi comunicanti”, cioè una graduale tendenza al livellamento e una necessaria stretta interdipendenza fra gli Stati. A fronte di sfide sulla sostenibilità globale delle risorse del nostro pianeta (l’acqua, l’energia, l’ambiente, i cambiamenti climatici, la mobilità, ecc…). Fabbiani auspicava costantemente (e “urgentemente”) grande impegno e paziente atteggiamento di ciascuna parte, organismi e istituzioni nazionali e internazionali al fine che la cooperazione possa uscire stabilmente vincente, ancorché in presenza oggi di molti rischi che Athos non sottovalutava assolutamente, terrorismo compreso. Proprio per la sua formazione “autodidatta” e il suo calarsi attivamente nelle vicende del suo tempo, negli aspetti dell’economia, della storia, per la sua apertura mentale (altresì curiosando in letture assai variegate ma profonde), non sarebbe eccessivo definirlo “uomo di cultura”, nel senso complessivo e nobile del termine. Per il suo lucido impegno di parte (ma nel sentito rispetto democratico delle varie opinioni), Athos ha rappresentato – come anche altre persone “politiche” di diverso orientamento – un modo veramente generoso di interrogarsi senza schemi prefissati e di intrecciare sempre attivamente la propria vita con i destini, in fondo, della intera società umana: gli dovevamo un ringraziamento.

Il Circolo PD di Pianoro