
Chiesa dei Santi Pietro e Girolamo di Rastignano
Tanti sono i santi patroni che proteggono da secoli la Valle del Savena. Si parte con San Michele Arcangelo a cui è dedicata dal 1275 l’antica chiesetta di Jola “il belvedere di Rastignano e San Ruffillo”. Nella collina di fronte, San Giovanni Battista (considerato fin dall’antichità il patrono dell’intera Valle del Savena) e San Mamante proteggono l’altro versante di Monte Calvo. San Mamante è molto venerato per i prodigi da lui compiuti in varie occasioni, fra cui anche da noi la cessazione del flagello della grandine che ogni anno distruggeva i raccolti. Vicino c’è la chiesa di Santa Cecilia della Croara. Si passa quindi a Rastignano, protetta da San Girolamo e da San Pietro, a cui sono dedicate le due chiese sulla storica Statale n. 65 della Futa, in ricordo anche dell’antica chiesa dedicata dal 1378 all’Apostolo Pietro, che si trovava sulla collina sopra la frazione, in località La Sampiera. Vicino alla Croara sorge anche l’oratorio dedicato alla Madonna dei Boschi, con il particolare affresco della Madonna in atto di allattare il Bambino Gesù. L’antica Abbazia di Musiano è invece dedicata a San Bartolomeo Apostolo e, una volta, anche a San Savino Martire. Il territorio di Pianoro fu dominato per vari secoli dalla ricca abbazia di Musiano, che fu prima dei Benedettini neri, poi dei Celestini e quindi del Senato Bolognese. A Sant’Apollinare è dedicata la chiesa di Paderno, Vescovo di Ravenna e patrono della Regione Emilia-Romagna. Nella collina di fronte il patrono Sant’Ansano custodisce Pieve del Pino, insieme a San Prospero di Montelungo e a Santa Maria del Castello. Sempre Sant’Ansano protegge Brento, insieme a San Zenone del Castello. Ritornando della vallata, incontriamo Sant’Andrea di Sesto, distrutta dalla guerra, che faceva riferimento al “Plebatus Bononiensis” della Cattedrale di San Pietro, con l’Oratorio di Santa Maria del Mileto di Sesto, detta “Cisola”, già documentata nel 1116, che svolse anche funzione di ospizio per viandanti e pellegrini, con il prezioso affresco del 1518, pala d’altare del più antico luogo di culto della Valle del Savena, raffigurante una Madonna con Gesù Bambino e San Giovannino, ed ai lati i Santi Pietro e Sebastiano. A Pianoro la chiesa è dedicata a Santa Maria Assunta, con la festa il 15 agosto, diventata solo negli ultimi decenni, ufficialmente, patrona del Comune di Pianoro. Nel 1200 il Comune di Bologna sceglie l’antica Via della Futa nella Valle del Savena, come collegamento ufficiale per Firenze, e lungo questo percorso si poteva trovare alloggio, cibo, ospitalità per i pellegrini, con pievi, monasteri e abbazie ma anche in locande a pagamento. Infatti la Pianoro “vera” è dedicata a San Giacomo, con l’antico ospitale. Si affronta poi la montagna fino al paese di Livergnano a 556 m s.l.m. con l’edificio sacro dedicato a San Giovanni Battista di cui c’è memoria già in un elenco di chiese del 1300. Da qui si può ammirare la Basilica di San Luca di Bologna, e si affronta il percorso per arrivare al Santuario di Santa Maria di Zena al Monte delle Formiche e alla Chiesa – romitorio di Santa Maria di Bortignano dei Padri Carmelitani di Bologna. “Moltissime contrade italiane han scelto nei secoli come loro patrono il Precursore di Gesù, san Giovanni Battista – racconta don Giulio Gallerani, moderatore della Zona Pastorale 50 della Valle del Savena – nelle Chiese ortodosse addirittura la sua icona è sempre, nell’iconostasi, alla sinistra di Gesù, facendo da contraltare a Maria, che sta sempre alla destra. La nostra vallata e la nostra zona pastorale non sono state da meno, se pensiamo che è il patrono delle due comunità, Montecalvo e Livergnano, che aprono e chiudono il territorio, e che a Pianoro stesso, in valle, ci sono i ruderi della Chiesa parrocchiale anticamente dedicata al cugino del Cristo. Il Battista è il primo che riconosce il Verbo incarnato, fin dal grembo materno, e ne è ricolmato di Spirito Santo. E’ il primo che, adulto, lo indica al mondo come l’Angelo di Dio che toglie i peccati del mondo. E’ pure, con la sua morte, una primizia dei martiri di Colui che è la Verità, lui, san Giovanni figlio di Zaccaria ed Elisabetta, di cui Gesù ha detto esplicitamente: <Tra i nati da donna nessuno è più grande di lui>”. Ringrazio di cuore don Orfeo Facchini per i suoi preziosi studi sulle chiese e sui castelli lungo il Savena.
Gianluigi Pagani