A proposito dell’articolo di Romano Colombazzi apparso alcuni numeri fa nel nostro periodico, sulla famiglia Dallolio che abitò il colle di None (oggi villaggio Baldisserra) fino all’ultimo conflitto mondiale, non può non saltare subito all’occhio che il cartello che indica questa via, è storicamente inesatto. Via F.lli Dall’Oglio, recita l’indicazione. Cognome sbagliato e nessun riferimento storico a nulla. E questo quando la famiglia Dallolio, a partire dal capostipite Cesare, già sindaco di Pianoro ai tempi dell’unità d’Italia, fu figura luminosa del Risorgimento e i figli Alfredo e Alberto, senatori del Regno, e presenze importanti nella vita pubblica bolognese di inizio secolo. A Botteghino di Zocca, poi, come non rimanere colpiti dal generico cartello stradale: via A. Colombo. In quanti sanno che quella A, sta per Adriano. E che Adriano Colombo, è stato il primo sindaco di Pianoro dopo la Liberazione? A Musiano, nel piazzale recentemente e molto opportunamente intitolato a don Cesare Guidi, non sarebbe forse opportuno inserire anche la specifica: “parroco di San Bartolomeo di Musiano dal 1932 al 1982“. 50 anni al servizio di una comunità parrocchiale non sono fatto tanto usuale. E, ancora, via Dozza, al villaggio Martino: consacra ai posteri il grande sindaco di Bologna del dopoguerra, o un gemellaggio (che sarebbe auspicabile), con il vicino Comune alle porte della Romagna e conosciuto nel mondo per la sua biennale del Muro dipinto?
Poi abbiamo tutta una serie di cartelli viari; il più delle volte anonimi nella loro identità anagrafica, che andrebbero sicuramente maggiormente specificati. Cognomi e storia di grande importanza per la nostra comunità: Donini, Grillini, Negroni; G. Lelli, D. Casalini e altri… Nulla però che ricordi la nobile motivazione che dovette portare, al tempo, all’intitolazione viaria di quelle strade: “Giovani vite immolate per la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo“ nonché, per alcuni di loro, il conferimento, altresì, di importanti riconoscimenti al merito militare e civile. Bene dunque, a tal proposito, è stato ultimamente fatto alla rotonda che dalla Fondovalle , porta a Pieve del Pino, con il giusto cartello e la corretta menzione: rotatoria Emilio Bassi, vittima del fascismo, medaglia d’oro al merito civile (1871-1921).
E a proposito di onorificenze nazionali, come non menzionare che il Comune di Pianoro è medaglia d’oro al merito civile e nessuna lapide e nessun cartello posto agli ingressi del paese, riporta tale importante riconoscimento, che dovrebbe invece essere vanto e orgoglio per l’intera comunità pianorese. E questo quando, ogni paese, anche il più piccolo, si industria per fregiarsi dei più variegati e stravaganti titoli: bandiera blu, bandiera arancione, gialla; paese dell’olio, del peperoncino, dello zafferano. Città del vino, dell’aceto; città di questo.. di quell’altro….. Pianoro, che ha una sua identità; seppur triste e una sua/nostra importante, vera e sofferta onorificenza; niente. Nessuna traccia e menzione di nulla. E anche nella parete esterna della biblioteca comunale di Pianoro, intitolata a Silvio Mucini, non sarebbe opportuno collocare una bella lapide con una bella foto, che ricordi ai pianoresi e non solo, la figura di Silvio Mucini: sindaco di Pianoro dal 1951 al 1970, vicesindaco dal 1970 al 1980? Si costruiranno, come è giusto e doveroso che sia, nuove vie e nuove piazze e un nuovo paese. Il paese si evolverà. Ma la nostra storia, quei pochi, esili frammenti di storia del nostro recente passato, andrebbero custoditi gelosamente; amati e rispettati in ogni loro piccolo dettaglio.
Poi anche essere lasciati sedimentare e stratificare negli anni e non ciclicamente modificati, e ciò appunto perché nel tempo, possano diventare storia. Magari minore; perché sicuramente Pianoro non è raffrontabile con altri paesi viciniori; ma comunque storia della nostra comunità. La storia siamo noi, nessuno si senta offeso, nessuno si senta escluso, canta Francesco de Gregori. Un inno di più e a più generazioni. Ecco, assieme a tanto altro, con questo comune sentire e agire, penso si potrebbe tutti contribuire ad unire e rendere più bello il nostro paese. Diversamente avremo solamente tante belle e nuove case; ma senz’anima.
Lontane, si direbbe, da quella necessità di fare ed essere comunità e dare continuità alla nostra storia.
Roberto Vitali