
Angiolino Fabbri con la prima maschera del Rosso (foto Giancarlo Fabbri)
A grande richiesta, dopo l’intervista fattami da Paolo Brighenti, rilasciata a RASTIRADIO il 5 dicembre scorso, darò altre informazioni, componendo per la Maschera una sorta di Carta d’Identità, un Passaporto del personaggio.
Nato nel 1992, si è presentato al Carnevale di Pianoro (l’attore che per primo ha interpretato il Rosso sul palcoscenico è stato Luciano Manini).
Il Rosso è nato al “Podere Nido”, da Ugone e Milvia. Buona statura, passo deciso, carattere franco, onesto, audace, giocoso, ma con un istinto innato per la canzonatura.
Per anni ha lavorato nei campi, si innamora di Gigia e la sposa, così al più presto arriva Stiflein, il loro figlio. I frutti della terra non bastavano più e dovette decidere come arrotondare i suoi guadagni. In paese vi era un famiglia che produceva stoffe, si propose di venderle come ambulante. Con la generosità di parenti e amici comprò un cavallo ed un calesse. Arrivò in paesi a lui sconosciuti, conobbe tanta e tanta gente, alla quale vendere i suoi tessuti, per fare dei bellissimi e caldi vestiti, inoltre trasporta oggetti e beni della terra e per alcuni provvede alla vendita.
Il nome
Un giorno una signora gli chiese, perché non metti addosso qualcosa di rosso in modo che da lontano ti riconosciamo. Lo disse alla moglie Gigia che nel suo viaggio di ritorno gli fece trovare una bella giacca rossa, pantaloni neri che si sporcano meno, inoltre gli aveva donato un’aristocratica tuba nera che a Pianoro nessuno vendeva. Lui gli chiese dove l’avesse trovato e lei da donna emancipata rispose che come lui anche lei aveva i suoi segreti e non gli confidò mai dove l’avesse presa. Fu proprio la giacca rossa a far sì che la gente da lontano lo individuasse: arriva il Rosso!
Cantastorie di Zirudelle
Incontrò Marino Piazza, e con i suoi insegnamenti diventò Cantastorie. In uno dei suoi viaggi, una sera d’inverno il Rosso ospite in casa di Marino aiutò a tagliare la legna per il camino e si fece una ferita ad una gamba. Così rimase in quella casa tanti giorni curandosi la ferita ed intrecciando cesti e in quel riposo forzato apprese “l’Arte del Cantastorie di Zirudelle”. Così, quando si festeggiava il Carnevale il Rosso apriva con cantate e satire. Anche in occasione della festa del 15 agosto, quando arrivava il Circo di Pippo Orfei e vi era la “Fira di Sdazz” con la vendita di bestiame, assieme a Marino Piazza, intratteneva i passanti con storie e zirudelle. Per Natale di ritorno dai suoi viaggi porta piccoli doni ai ragazzi più poveri, e per l’ultimo dell’anno, mentre brucia il “Vecchione”, prediceva il futuro e faceva oroscopi a tutti, belli e brutti.
Nel 1993 Presentato al Carnevale di Cento come la Nuova Maschera Italiana.
Nel 1996 Viene fondato il Giornalino “Il Rosso”, trimestrale della Proloco di Pianoro.
Nel 2000 Il Libricino della storia del Rosso ha preso un premio letterario al concorso “Il Pungitopo” in giuria fra i tanti intellettuali vi era Tina Anselmi.
Nel 2000 il Museo Etnografico di Ferrara richiede un dossier della Maschera In archivio vi sono anche testi dei ragazzi della scuola di Pianoro.
Nel 2002, si festeggiano i suoi 10 anni con una torta lunghissima registrata ai Guinness dei Primati.
Nel 2012 Viene ufficialmente dichiarato la Maschera della Montagna Bolognese in occasione del Convegno dal titolo “La maschera nella società contemporanea e nella pratica teatrale”. Manifestazione, inserita nella Festa internazionale della storia. Ideata dall’Università di Bologna.
Nel 2021, Il Burattino del Rosso è invitato a Parma Capitale Italiana della Cultura per essere esposto in una mostra dedicata al teatro di figura dove si racconta che non smettono mai di nascere personaggi e drammaturgie innovative.
2022, in questo nuovo anno il Rosso avrà trenta anni, l’età che ho immaginato avesse quando l’ho inventato, speriamo che sia di auspicio per realizzare nuove avventure, nuovi traguardi. Si parla già di stampare una nuova edizione del libricino della sua storia. Vedremo… per ora a voi tutti un augurio di Buon Anno Nuovo e che i nostri desideri più veri sia quelli comuni che quelli personali si possano realizzare!
Evviva tutto l’amore che sapremo dare ed accogliere!
Gianna Solmi