Risolvere l’annoso problema dell’allacciamento alla rete idrica delle case sparse, per assicurare il diritto all’acqua.
A chiederlo, in un’interrogazione, è il consigliere regionale Marco Mastacchi (Rete Civica) che ricorda come “…nella nostra Regione abbiamo aree dove i residenti lamentano la mancanza del collegamento alla rete idrica delle proprie abitazioni, nonostante i ripetuti solleciti alle rispettive amministrazioni comunali, che comunque non dispongono delle risorse finanziarie necessarie, per realizzare il collegamento alle risorse essenziali e garantire i livelli qualitativi di vita minimi”.
A fianco di alcune abitazioni nel ravennate e nei Comuni bolognesi di Monzuno e Grizzana Morandi, alla voce “case sparse senz’acqua” rientrano anche le famiglie di via Ca’ di Lavacchio, in Val di Zena nel Comune di Pianoro.
Già da quasi un anno hanno mandato una petizione scritta al Sindaco Filippini e a tutti i consiglieri comunali pianoresi senza ricevere da parte del Sindaco nemmeno una parola di cortesia e tantomeno una soluzione al serio problema che li affligge.
Nel ravennate, in Val di Zena del Comune di Pianoro, a Monzuno e di Grizzana (tutte e tre Comuni in provincia di Bologna) a tutt’oggi i residenti lamentano la mancanza del collegamento alla rete idrica delle abitazioni sebbene -sottolinea Mastacchi- la popolazione anche di quelle zone contribuisca al presidio del territorio, anche in termini di salvaguardia delle risorse agricole, urbanistiche, di presenza e sicurezza”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla Giunta “…se per coprire i costi per l’estensione della rete acquedottistica alle zone delle case sparse esistenti sul nostro territorio regionale, non ritenga opportuno modificare la vigente normativa “Indirizzi e linee guida relative alla gestione delle aree sottese ai bacini idrici che alimentano i sistemi prelievo delle acque superficiali e sotterranee nel territorio montano e delle aree di salvaguardia”, inserendo come obiettivo la necessità di allacciare le utenze sparse alla rete acquedottistica anche per preservare le sorgive delle zone montane, che sempre più in questi periodi a causa della siccità rimangono asciutte e inserendo come costo per Atersir la voce “costi ambientali e della risorsa”, mettendo la parole fine all’annosa e pluridecennale problematica relativa alla mancanza degli allacciamenti dell’acqua”.

Federico Brion