Capanna a Monte Bibele

E’ domenica mattina; partiamo lasciando Bologna immersa nella nebbia, già oltre Pianoro la nebbia si dirada a Loiano il cielo è azzurro e splende un bellissimo sole, la giornata si preannuncia piacevole.
Il ritrovo è a Quinzano nel parcheggio dei ristoranti, quando arriviamo, con mia moglie, mio nipotino ed una sua compagna di scuola con la sua mamma il gruppo è già di circa 35/40 persone, alla fine saremo in 47.
Loris Arbati è il poeta scrittore che vive a Livergnano e che organizza da anni passeggiate domenicali lungo i sentieri nei territori di Pianoro, Loiano, Monzuno, Monterenzio, Monghidoro ecc.. Loris è un divulgatore ambientale e culturale, come tale tiene corsi scolastici di educazione ambientale in tantissime scuole di Bologna e provincia.
Alle 9,45 si parte in direzione Monte Bibele, già dopo alcune centinaia di metri i bambini sono a fianco di Loris che con la sua capacità affabulatoria li interessa con la formazione delle nostre montagne, i nomi degli animali, degli alberi, arbusti le loro caratteristiche e, ahi noi, le loro criticità, derivate dagli errori/orrori che l’uomo ha compiuto e che purtroppo continua a fare nell’ambiente. Ogni varietà di albero, erba o arbusto è occasione di sosta per una breve lezione di educazione ambientale. Oltre a bambini e ragazzi ci sono camminatori con amici, famiglie con cani al seguito. Verso le 11 giungiamo nei pressi del villaggio etrusco-celtico, riemerso dalla montagna dopo circa 40 anni di scavi, effettuati dagli archeologi dell’Università di Bologna, i quali hanno portato alla luce, precisamente a Monte Tamburino, una necropoli con tombe celtiche ed etrusche (161). Sepolture di uomini, donne e bambini, in particolare guerrieri, infatti sono state trovate tantissime armi, ma la cosa stupefacente è stato scoprire che, popoli così diversi, si erano ben integrati.
Questo ci porta ai giorni nostri, e merita una riflessione. Hanno vissuto a lungo insieme etruschi e celti, la qual cosa è evidenziata dai resti umani: i primi erano di bassa statura, i secondi (discendenti dei galli boi) erano alti ed imponenti.
Il periodo risale al 350 a.C. nella parte alta della necropoli sono state ritrovate sepolture etrusco-umbre a scendere celtiche. Tutto il materiale ritrovato si trova nel Museo Archeologico di Monterenzio.
La passeggiata prosegue fino al villaggio etrusco-celtico di Monte Bibele appunto, ricostruito sulle poche vestigia ritrovate.
Ci troviamo a sud/est sulla valle del torrente Idice, a circa 600 metri di altitudine, tra fitti boschi di roverelle, aceri montani, ornielli, ginestre, noccioli e carpini neri.
Monte Tamburino ci ripara dal freddo nord, oltre c’è la vallata del torrente Zena. L’area testimonia la presenza di svariate sorgenti d’acqua, da qui si presume derivi il nome Bibele da Bibo (bere). Da qui in poi, dopo avere incontrato il professor Antonio Gottarelli e la sua assistente l’archeologa Federica Proni, godiamo a una informale lectio magistralis che affascina grandi e ragazzi.
Per ragioni di spazio non riesco a raccontare tutto quanto ascoltato dal prof. e dalla sua assistente, mi limito a citare solo alcuni passaggi: la scoperta della necropoli ci dice che gli etruschi furono il primo popolo della storia che praticava l’accoglienza verso altre etnie, tanto è vero che nell’insediamento sono state trovate tracce dei due popoli che hanno convissuto a lungo.
E’ ormai giunta l’ora del pranzo, così ci incamminiamo verso il Centro Servizi del Parco Archeologico, che raggiungiamo in pochi minuti. Il Centro Servizi, tramite l’associazione Ar.ca., nata per promuovere il sito, oltre che per valorizzare l’Appennino, l’ambiente naturale e la cultura; organizza visite guidate e laboratori didattici per le scuole ed è in grado di ospitare per la notte fino a 20 persone, e attivare una cucina che adopera prodotti locali.
Grazie ancora a Loris e arrivederci alla prossima camminata!!

Paolo Scheggi