
Imelde Bentivogli
“…dillo alla dott.ssa Bentivogli”. Quante volte abbiamo sentito questa frase pronunciata da don Orfeo Facchini, parroco di Carteria di Sesto e di Santa Maria di Zena.
Imelde Bentivogli, classe 1928, da sempre la più stretta collaboratrice del defunto don Orfeo. “Ho sempre lavorato da giovane nell’azienda di famiglia, che negli anni ha prodotto lubrificanti e detersivi – racconta Imelde, mentre ci riceve nel suo studio pieno di libri e di testi religiosi – poi ho collaborato dieci anni con padre Stefano, e quindi dal 1987 con don Orfeo che mi ha subito ‘intrappolata’ per la gestione e la cura della parrocchia. Quanti ricordi… ma voi, miei cari giornalisti, dovete avere pazienza, perché alla mia età i cassetti dei ricordi si aprono con calma. Mio padre aveva acquistato un grande podere a Vergato da dove si vedeva San Luca, e l’affezione verso il Signore e la Chiesa mi sono rimaste sempre nel cuore. Dopo il liceo dalle suore Dorotee e dopo la laura in farmacia, ho lavorato nella ditta di famiglia che aveva la sede proprio a Carteria. Don Orfeo mi ha quindi chiesto di collaborare con lui per sistemare tutto l’archivio di Monte delle Formiche. Mi ricordo che mi portavano in grandi cassette di legno tutti i documenti trovati sotto le macerie del Santuario distrutto durante la Seconda guerra mondiale. Per cinquant’anni ho curato la catechesi dei bambini e la formazione dei catechisti e delle famiglie. Poi ho collaborato con don Orfeo nella stesura di diversi libri storici sul territorio i santuari, e le chiese della Diocesi di Bologna”.
Chiediamo alla dott.ssa Bentivogli di raccontarci la sua formazione di fede.
“Vengo dall’esperienza della Congregazione Mariana universitaria, della quale ne era direttore il gesuita padre Giorgio Flick. Al termine di questo fondamentale periodo di crescita personale si diventava ‘congregati mariani’, con medaglia, un promemoria degli obblighi, ma senza voti particolari.
Ho avuto la grande gioia di stringere un forte legame con la Madonna che è durato tutta la mia vita ed ha costituito il fondamento della mia esistenza. Visitavamo i poveri e prestavamo servizio in San Pietro a Bologna. Ho trascorso tutta la mia vita con grande serenità perché ho sempre avuto Maria al mio fianco”.
Chiediamo un ricordo personale di don Orfeo e della vita a Carteria.
“Don Orfeo spesso non è stato compreso, avendo un carattere schivo e riservato. Era però un ottimo sacerdote, un uomo di fede, uno studioso intelligente e rigoroso, uno storico straordinario, ordinato nel proprio lavoro. Quante volte abbiamo riscritto parti del libro per essere più precisi nei dettagli storici. Nella sua vita ha dovuto ricostruire divere chiese e lo ha fatto con grande impegno finanziario ed umana dedizione. Era timido e non faceva mai il primo passo, ma la gente lo ha amato ugualmente. Anche lui ha amato Carteria ed il Monte delle Formiche dove oggi è seppellito”.
Concludiamo l’intervista con un pensiero finale dedicato ai giovani.
“Arrivata oramai al termine del mio percorso, mi rendo conto di aver lavorato senza mai sentire il peso di quello che stavo facendo. Quando da giovane ho raccolto un piccolo fiore con mia nonna, ho percepito lo stupore di fronte alla creazione, al miracolo della vita, all’amore del Creatore per le sue creature. Il mio messaggio ai giovani è di sapere dire ‘grazie’ per questa meraviglia che non è un caso. Esiste la fede perché esiste lo stupore del dono e del comprendere che c’è qualcuno che ti ama, e chiama amore. Il Vangelo, maestro insostituibile come fondamento, … le cose più difficili a suo tempo”.
Mariagiovanna e Gianluigi Pagani