Oscar Faenza alla guida del camioncino del latte

Nel giro di 15 giorni l’imprenditoria pianorese è rimasta orfana di due figure della stessa famiglia: Franco e Oscar Faenza.
La loro attività nasce nel dopoguerra con il caseificio del padre Ettore e della moglie Bianca al Bivio di Pian di Macina in Via Ottavio Garganelli.
I Faenza svolgevano l’attività di raccolta e trattamento del latte dai vari fondi agricoli nella zona di Musiano, Pianoro, Gorgognano, Zena, Pieve del Pino da conferire, poi, al Centro latte di San Vitale. Oltre che a fornire un servizio remunerato per i contadini della zona, in fase di lavorazione del latte producevano formaggio parmigiano reggiano, burro e fornivano le latterie fino a Idice di S. Lazzaro. I residui della lavorazione servivano per alimentare i maiali. Fu Franco Faenza che iniziò un’altra attività, parallela al caseificio, di allevamento e vendita di maiali.
Ricordo sempre con grande nostalgia quando mi raccontava che nel 1955 le ferrovie funzionavamo molto meglio di oggi e lui caricava alle ore 5 di mattina i suoi maiali su un treno merci alla stazione di Pianoro e alle ore 11,00 era alla stazione di Venezia S. Lucia per venderli sul mercato veneziano. Che tempi!, esclamava.
Un giorno, la barca che portava i maiali dalla stazione al mercato veneziano si rovesciò e i maiali caddero in acqua. Disperato, pensava di avere perso per sempre il carico, ma i maiali a nuoto raggiunsero il luogo del mercato e Franco capì che i maiali sapevano nuotare.

Franco Faenza nel suo ufficio

Negli anni ’50, Franco conobbe il Conte Gaetano Marzotto e i suoi figli, grandi imprenditori agricoli e caseari, con i quali divenne socio ed insieme aprirono lo stabilimento ALA S.p.A. a Casalecchio, con Franco a soli 27 anni in qualità di Amministratore Delegato. Successivamente venne aperta la succursale a Copparo nel ferrarese. All’ALA Zignago di Copparo Franco inserì il fratello Oscar, suo figlio Alfonso e i figli di Oscar, Ernesta e Claudio. Negli anni ’90 entrambi i fratelli lasciarono l’ALA e iniziarono una nuova attività nel campo immobiliare (Franco) ed Edilizio (Oscar). Nel giorno del funerale di Franco (22 Marzo 2022) la nipote Ambra Trotto ha così ringraziato la figura di Franco: “Caro nonno, concludi la tua vita terrena in questa chiesa e in questa terra, che ha scandito i momenti più salienti della tua vita con i suoi affetti. Battesimi, matrimoni, funerali. La tua vita è stata intensa. E´ stata una vita come ci si augura che una vita possa essere. Tu nonno eri certamente un uomo coerente. I due epiteti che utilizzavi per definire la statura morale delle persone erano: è un galantuomo e è un gran lavuradaur. E tu eri entrambi. Tu sei stato un uomo che ha sempre voluto imparare e ha sempre cercato di migliorarsi. E questo é un aspetto che ho sempre ammirato profondamente e che mi ha ispirato nella vita. Fino a quando hai lavorato, non abbiamo parlato tanto. Eri impegnato, concentrato sul lavoro, spesso preoccupato. Poi, quando sei andato in pensione, hai cominciato a raccontare tante storie che ora rimpiango di non aver scritto o registrato. Nei confronti dell’italiano, a essere onesti, non sei mai riuscito a vincere la battaglia del tutto. Ma tu non è che fossi un uomo di tante parole. Ascoltavi e decidevi. Poche storie. E quelle decisioni erano intrise di una invidiabile fiducia nella tua intuizione. Pressoché infallibile negli affari… Caro nonno, mi piace salutarti pensandoti una domenica di primavera, con la nonna che ti strafugna di baci, e tu che l’allontani ridendo, facendo finta che ti dia noia, mentre andate a fare un giro in macchina alla ricerca di un posto in cui si mangia bene.

Romano Colombazzi