Pietro Trimboli

Il 25 Febbraio 2022 sono andato a trovare il Maestro liutaio Pietro Trimboli nel suo laboratorio in Via Ligabue, 26 a Pianoro o meglio a Riolo in una villetta a fianco della Ex Fornace RDB.
Come ho già scritto varie volte è vitale, per la comunità pianorese, conoscere le persone che sono una risorsa per il nostro territorio.
Conoscere Pietro è stata una gioia sia per la mia formazione giornalistica sia per la mia cultura. Già quando mi è stato presentato dalla figlia Marzia è nata una sincera simpatia per questo maestro, esponente di spicco della liuteria bolognese, allievo di Otello Bignami.
Come riportato nel libro dal titolo “IL LIUTAIO PIETRO TRIMBOLI – LA VITA E LE OPERE DEL MAESTRO BOLOGNESE” Edizione grafiche Damiani del settembre 2011, “Pietro è nato a Costantino Calabro (VV) nel 1939, si è trasferito a Bologna nel 1954 all’età di 15 anni e qui ha incontrato Otello Bignami che, notando la sua abilità, lo assume come apprendista. Lavorando a fianco del maestro impara le tecniche di costruzione, verniciatura e restauro e nel contempo ha occasione di conoscere anche la bottega di Gaetano Pollastri, maestro a sua volta di Bignami che si reca frequentemente a trovarlo portando con sé l’allievo…
All’età di 25 anni inizia a lavorare in proprio mantenendo un rapporto affettivo e di reciproca stima con Bignami che durerà fino alla morte di quest’ultimo avvenuta nel 1989.”
Pietro deve i suoi successi nella costruzione di violini, viole, violoncelli e contrabbassi, alla perfezione delle forme dei suoi strumenti fino a raggiungere una personalizzazione che li rende riconoscibili a vista da parte dei cultori della materia, nonché per le sue vernici colore rosso-giallobruno. Per la grande qualità del suono e la facilità d’uso, i suoi strumenti vengono richiesti da importanti musicisti italiani e stranieri, specie negli Stati Uniti d’America, Giappone, Corea, Singapore…
Nel 1986, a Bagnacavallo, ottiene il “Violino d’oro”, il riconoscimento più alto a cui un liutaio possa aspirare.
Pietro mi racconta che dal 1968, anno in cui firmò il suo primo violino, ha costruito 360 violini, 72 violoncelli, 50 viole e 16 contrabbassi. Durante l’incontro mi informa che il caposcuola della liuteria bolognese, Raffaele Fiorini (1828-1898), era di Pian di Macina ed io, da storico, aggiungo che era il figlio del mugnaio Petronio di Pian di Macina. Ma lui lo sa! L’ha scritto nel suo libro!
Ci lasciamo con la promessa di vederci a qualche convegno sulla liuteria a Pianoro oppure a qualche lezione nelle scuole pianoresi, nel caso che finalmente la comunità pianorese si attivi per fare conoscere i personaggi pianoresi come Pietro Trimboli.

Romano Colombazzi