Durante il fascismo anche in Pian di Macina c’erano i cosiddetti “camerati” che controllavano il territorio e, per poter lavorare, tutti erano costretti a prendere la “tessera del partito”, altrimenti erano guai. Ebbene, un certo Natale detto “Nadalèn” non ne voleva proprio sapere di questa tessera e non era disposto a trattare con i fascisti che dettavano legge nel paese. Faceva il muratore e si arrangiava con piccoli lavoretti in nero, ma della tessera nemmeno a parlarne. Dovete sapere che questo Nadalèn era un “ragazzo del 99” ed era molto forte, quasi erculeo…io lo ricordo quando ero ragazzo e lui già ultra ottantennne veniva con la moglie a salutare mia nonna (sua coetanea) e devo dire che nonostante l’età, si vedeva che doveva essere stato molto muscoloso. Ricordo questo vecchio tarchiato con grosse mani tozze butterate dall’età e dai residui di calce e cemento. Mia nonna mi raccontava che da giovane, quando aveva bisogno di guadare il fiume Savena, per non bagnarsi si metteva a testa in giù con le mani per terra e le gambe in aria e solo con la forza delle braccia, attraversava il fiume nel bel mezzo della corrente, insomma un Bud Spencer nostrano. Un bel giorno bussarono alla sua porta quattro fascisti per dargli l’ultimatum per la tessera. Di due ricordo il nome in dialetto, tali Cirulèn e Pirùla, gli altri non sò. Al suo ennesimo rifiuto, gli dissero che se non si convinceva avrebbero dovuto picchiarlo. Allora il mitico Nadalèn (che era un uomo mite che non avrebbe fatto male a una mosca) si mise a ridere e disse: Voi picchiate me? Ma come fate? Mi spiegate come fate a picchiarmi? E loro di rimando: Appunto, hai ragione, ma se non ti picchiamo, poi saremo noi ad essere picchiati per non averti picchiato. Come facciamo adesso? La situazione era in stallo, ma Nadalèn ebbe un idea e disse: Sentite un po’, noi siamo amici, ci vediamo spesso all’osteria e sò che in fondo siete brave persone, io non voglio litigare per la politica, se volete, raccontate pure ai vostri padroni che mi avete picchiato, quando me lo chiederanno io lo confermerò, ma la tessera del partito, mai! E così fecero e con questo piccolo stratagemma furono tutti soddisfatti. Nadalèn confermò di essere stato picchiato, ma non prese la tessera e i suoi amici fascisti non vennero a loro volta picchiati per non aver fatto il loro dovere.
Aurelio Veronesi