
Giorgio Serra e Don Giulio Gallerani
La Giunta di Pianoro ha deciso quattro nuove intitolazioni sul territorio. La piazza affianco alla parrocchia di Rastignano è stato dedicata a don Giorgio Serra, parroco nella frazione per 42 anni. Il piazzale della stazione ferroviaria di Musiano è stato intitolato al parroco Don Cesare Guidi. Ai “Caduti ignoti delle guerre” l’Amministrazione ha dedicato la rotonda della Futa vicino al Ponte delle Oche, in ricordo delle 23 persone rastrellate ed uccise a Rastignano. Alle “Vittime innocenti della mafia” è stata dedicata la rotonda vicino a viale della Resistenza. Domenica 7 aprile si è svolta la prima cerimonia di intitolazione a Rastignano, con centinaia di persone che hanno partecipato all’incontro su don Giorgio Serra, con testimonianze e ricordi della vita del parroco “…grati a chi ci ha preceduto, ancorati alle nostre radici – ha detto Don Giulio Gallerani – per portare frutto nel futuro”. Molto commoventi le parole del nipote Giorgio Serra che, a nome dei familiari, ha ricordato l’opera pastorale dello zio e la grande disponibilità nei confronti di tutti, per aiutare i poveri, per ricercare il lavoro ai disoccupati e per educare i giovani del territorio e gli studenti della scuola. “Don Giorgio voleva bene ai suoi fedeli non li abbandonò nemmeno quando la guerra li costrinse a sfollare verso le grotte del Farneto e lui li seguì – ha ricordato Dario Ballardini – riuscì a trovare lavoro per molti ed istituì l’asilo in parrocchia”. “Penso che come me tanti vecchi parrocchiani non si dimenticheranno mai ciò che don Giorgio Serra ha fatto e rappresentato per noi – ha concluso Vincenza Chiapparino – lo porteremo sempre nel nostro cuore, con tanta stima e affetto e con le nostre preghiere”. Presente alla cerimonia anche il sindaco di Pianoro Gabriele Minghetti. Hanno mandato un saluto Monsignor Luigi Lambertini e Monsignor Tommaso Ghirelli vescovo di Imola, che ha scritto: “…ritengo giusto ed encomiabile che la lunga permanenza di Don Serra nella parrocchia di Rastignano venga perpetuata anche attraverso l’intitolazione a lui di uno spazio pubblico. Uno spazio non soltanto di passaggio e di servizio, ma anche di incontro e di socializzazione, come l’opera del sacerdote”.
Gianluigi Pagani