…forse questo è il momento giusto, come ha scritto una giornalista su un noto quotidiano, per imparare a disobbedire a quella vita in cui era obbligatorio sembrare felici e farlo vedere; in cui vigeva lo strapotere del visibile, l’assoluto della competizione.
In cui dovevamo fare sempre meglio e ottenere sempre di più. Cosa ce ne facciamo adesso di tutta quella montagna di apparenza, a cosa ci è servito quell’egocentrismo esagerato?
Prendiamone atto: l’invisibile è molto più potente. Ciò che proviamo non si vede. Ciò che siamo non si vede. I desideri, i segreti, i pensieri, l’anima, non si vedono. Ma in particolare intendo esprimere vicinanza ai miei giovani studenti, la cui gioiosa e serena quotidianità è stata stravolta da un evento inimmaginabile, che si è prepotentemente imposto alla loro volontà, costringendoli a trascorrere giornate lente, fuori dalla consueta ciclicità, che però racchiudono in sé la bellezza di poter vivere intensamente gli affetti più cari, quelli della famiglia, e permettono di scoprire che la felicità è nelle piccole cose, basta solo saperla assaporare. In questa fiaba del terzo millennio di cui siete protagonisti nella lotta contro un subdolo e invisibile antagonista, come di consueto, il bene trionferà sul male e questo fiume in piena vi renderà più forti e rigogliosi, così come più rigogliose diventano le terre dell’antico Egitto dopo lo straripamento del Nilo. È un cammino faticoso ma che siamo obbligati a percorrere lasciandoci sorreggere dalla certezza che presto, tutti insieme ed ognuno per i propri ruoli, torneremo ad essere una comunità educante, viva, attiva e protesa al raggiungimento dell’obiettivo comune: il successo formativo di ogni alunno, nel rispetto della sua specificità.

Con affetto.

La dirigente scolastica
Concetta Letizia Russo