Nato in Pian di Macina nel 1907, e deceduto a Rastignano nel 1994, Angiolino Fabbri abbandonò gli studi magistrali a causa di una malattia che lo portò alla sordità, per poi dedicarsi alla gestione dell’osteria di famiglia. Diventò imbianchino dipingendo casa sua, e infine ne fece una professione, ma già allora disegnava e dipingeva ritratti o soggetti storici. Modellò anche alcune statue di cui una, in grandezza naturale, dedicata a San Bartolomeo patrono della sua parrocchia, fu inaugurata nel 1928 davanti alla chiesa di Campeggio.

Fu poi burattinaio, pittore e scrittore con racconti della Pian di Macina che fu pubblicati anche su “L’Idea”. Nel suo genere fu grande come lo fu la sua modestia che gli impediva di esporre le sue opere pittoriche ma meriterebbe di essere ricordato e conosciuto come merita.

A questo ci ha pensato il nipote Giovanni Bollini, figlio di Emanuela Fabbri figlia a sua volta di Angiolino, che ha dato alle stampe un bel volume di grande formato tutto dedicato  al nonno. Nel libro, interamente autoprodotto e impaginato da Bollini, dopo un’introduzione-presentazione dell’autore ci sono testi del figlio di Angiolino, Giancarlo, della figlia Emanuela e della nipote Maria Grazia Bollini, un’autobiografia dello stesso Angiolino. Poi tre copioni scritti dall’artista burattinaio, la bibliografia dei testi scritti su di lui – sulla prestigiosa “Strenna Storica Bolognese” ne scrisse anche il noto etnologo e storico Gian Paolo Borghi – per chiudersi con il catalogo dei copioni scritti o posseduti da Angiolino tra i quali molti manoscritti dei primi decenni del Novecento e alcuni ottocenteschi. Tra i testi tante fotografie dell’artista, delle sue opere pittoriche e scultoree e dei suoi burattini. Il libro non è in commercio in edicole o librerie ma chi è interessato può rivolgersi direttamente ai recapiti dell’autore Giovanni Bollini: giovanni.bollini@libero.it.

Claudia Mazzanti