“Nel vederci qui sono sicuro che, in questo momento, il Priore sorride ed è contento di tutti noi”. Con queste parole don Stefano Pieralli, parroco di Vicchio, ha terminato l’Eucarestia celebrata, assieme al vice-parroco Francesco Alpi ed a don Francesco Carensi, assistente spirituale della Fondazione Don Lorenzo Milani a Barbiana in occasione del 53° anniversario della salita al Cielo di don Lorenzo. Con la comunità locale, presente il sindaco, unici ” forestieri” alcuni residenti della valle del Savena, da Pianoro a Loiano, accompagnati da Renato Tattini, che a Don Milani ha dedicato una serata nel cinema Vittoria di Loiano. Nelle parole di alcuni dei “ragazzi” che dal 1954 al 1967 vissero la incredibile avventura della Scuola di Barbiana, il ricordo del Priore, di Michele Gesualdi e Giancarlo Carotti (quest’ultimo deceduto lo scorso Giovedì Santo e il cui successore sarà eletto oggi) che hanno guidato la Fondazione don Lorenzo Milani, ricordati i temi di una esperienza che ha segnato profondamente la realtà sociale, politica ed educativa non solo italiana. Noi a Pianoro su questi temi abbiamo fat to lunghe battaglie nel corso degli anni passati. Era il 1974 e, in un momento felice per il teatro alternativo nella parrocchia di Santa Maria Assunta di Pianoro Nuovo, si formò il Collettivo teatrale di Pianoro, formato da un gruppo di una quarantina di giovani che, da una intuizione di Enrico Giusti, scrisse, interpretò e propose “Andiamo a Barbiana” opera legata alla esperienza di don Milani. Una trentina le rappresentazioni: dalla Ribalta ai teatri della provincia, dalle parrocchie alle Feste dell’Unità. Grandi discussioni ed approfondimenti su la scuola come momento di stimolo e di formazione critica delle nuove generazioni per renderle protagoniste del cambiamento del mondo verso la giustizia, la pace e la corresponsabilità, l’impegno per vigilare come sentinelle con le fiaccole accese contro le vecchie e nuove oppressioni alcuni dei punti fermi della “metodologia di Barbiana” che la Fondazione si impegna di testimoniare in particolare alle migliaia di studenti che hanno visitato e che, a coronavirus sconfitto, torneranno nella verde oasi dove Don Lorenzo e Michele riposano vicini. Struggente il ricordo di Cristina Carotti, figlia di Giancarlo e nipote di Michele che ha concluso la funzione religiosa a cui è seguita la visita al piccolo cimitero, in cui il 26 giugno del 1957 don Lorenzo chiuse la sua breve esperienza umana.
Paolo Brighenti