Scrive sempre il Sindaco Colombo su “la riscossa”- ANNO 1 –N.29 -Settimanale del Partito Repubblicano Italiano – 18 Novembre 1945. <Il paese di Pianoro è totalmente distrutto, più nulla ormai c’è di utilizzabile. Anche le poche fondazioni e cantine rimaste non potrebbero essere conservate a meno di costruire catapecchie addossate le une alle altre ed in gran parte alla montagna, nel più assoluto disordine ed asimmetria. Il solo fatto di volere creare una più sana e razionale sistemazione delle strade e dei fabbricati, avrebbe dato luogo ad un insolubile problema di espropri e beghe tra i proprietari. Il luogo dove sorgeva il vecchio paese è contornato da ogni lato, escluso il Nord, da altri monti a ridosso che procurano clima freddo e nebbioso nell’inverno e afa nell’estate.

Lo spazio è angusto. La strada di grande comunicazione della Futa taglia il paese con molte curve pericolose. Tutto ciò renderà il paese insalubre, senza possibilità del benché minimo sviluppo a venire, pericoloso per l’incolumità dei cittadini ed assolutamente inadatto alla villeggiatura. Il nuovo paese sta sorgendo su un altipiano pianeggiante, in un luogo salubre ed aperto, a minore distanza dalla stazione ferroviaria e da Bologna ed anche circa equidistante dai due maggiori centri che erano già abitati nel Comune: la Fascista Pianoro e la proletaria Pian di Macina fra le quali esiste un secolare dissidio campanilistico.

Pianoro era un covo di serpi fasciste che ancora oggi tentano di rialzare la testa dalle macerie sobillando la popolazione ed insinuando che io non ebbi ad agire democraticamente.

Nessuna decisione fu da me presa se non in assoluto ed unanime accordo con la Giunta Comunale ed il C.L.N. (Comitato Liberazione Nazionale) che credo essere i soli e veri rappresentanti di tutta la popolazione pianorese. E’ vero che mai mi curai del parere dei pochi proprietari e di quella minima parte di popolo che ancora non sa distinguere fra coloro che curano soltanto il proprio tornaconto e chi dedica invece ogni pensiero alla sua redenzione ed al suo avvenire. Circa l’attività svolta in questi pochi mesi, presento alcune cifre che varranno a demolire ogni malevola insinuazione.

Popolazione presente al 22 Aprile 1945: 0 al 30 Giugno 1945: 900 al 31 Agosto 1945 : 2900 al 31 Ottobre 1945: 4200

  • Lavori già finanziati ed in corso di esecuzione:
  • Montaggio di 49 baracche e servizi : L. 2.200.000
  • Costruzione di 4 case popolari in laterizio per 48 appartamenti : L. 10.000.000
  • Costruzione di 8 case popolari in muratura per 42 appartamenti : L. 16.000.000
  • Costruzione di 4 case in legno per 20 appartamenti: L. 1.600.000
  • Costruzione di 4 ponti sulla strada di Zena : L. 6.000.000
  • Riparazione Scuole di Rastignano : L. 1.200.000
  • Sgombero macerie e viabilità : L. 3.000.000
  • Diga torrente Savena: L. 1.500.000
  • Ponte torrente Savena: L. 1.300.000
  • Lavori stradali, sedi provvisorie del Municipio e della Caserma dei Carabinieri, pozzi, acquedotti: L. 1.600.000

Per complessivi L. 44.400.000

Vi sono inoltre in corso di approvazione altri lavori per scuole, sede comunale, strade, ponti, frane, acquedotto e cimiteri per un importo di oltre L. 60.000.000. Anche i privati  hanno dimostrato di contribuire alla ricostruzione ottenendo risultati positivi.

Case ricostruite ex novo Case ripar al 30 Giugno u.s. n. 11

Case ripar al 31 Agosto u.s. n. 64

Case ripar al 31 Ottobre u.s. n. 215.

Tanto per la verità. Adriano Colombo. Questo era il “clima politico e sociale” che “vivevano” gli amministratori della ricostruzione di Pianoro. La scelta di ricostruire Pianoro in altro luogo era nata nell’ambito del Comitato di Liberazione Nazionale e il Giornale Rinascita, Organo del Comitato Regionale di Liberazione Nazionale, aveva sostenuto con alcuni articoli la scelta adottata dalla Giunta pianorese. Il 6 Settembre 1945 così scriveva il giornale: <Prossima costruzione delle prime casette popolari- Il Sindaco di Pianoro comunica che, nella corrente settimana, si inizia la costruzione di un primo lotto di casette popolari, con 48 piccoli appartamenti, in località “Baiocca”, ove sorgerà il nuovo paese. A fine ottobre o ai primi di novembre saranno ammesse nei fabbricati le famiglie scelte dalla Commissione Comunale di Ricostruzione Edilizia fra quelle dei lavoratori che, con la loro opera fattiva, con sacrificio di primi abitatori delle baracche, avranno dimostrato di essere animati da vivo amore pel il proprio martoriato paese, dando esempio di civismo ed abnegazione. Le domande di ammissione in baracca dovranno pervenire, alla sede comunale del Pero di Rastignano, non oltre il 12 Settembre e dovranno indicare il mestiere ed il numero dei componenti la famiglia dei richiedenti.> Ciò premesso, il luogo scelto dai nostri amministratori per la Nuova Pianoro, aveva dei proprietari e chi erano? (Prosegue nella terza parte).