Per rispondere alla domanda finale della seconda parte dell’articolo (il luogo scelto dai nostri amministratori per la Nuova Pianoro, aveva dei proprietari e chi erano?) occorre precisare che gli amministratori della Giunta provvisoria di Pianoro avevano urgenza di definire il più rapidamente possibile alcune scelte amministrative e logistiche per potere usufruire dei finanziamenti dello Stato Centrale. 1°) Nella Gazzetta Ufficiale del 2 Maggio 1945, n.53 era stato pubblicato il D.Lgs. Lgt. 1 marzo 1945, n. 154 dal titolo “Norme per i piani di ricostruzione degli abitati danneggiati dalla guerra”, il quale prevedeva 3 soli mesi per la sua adozione. Nello stesso tempo il Decreto all’art. 8 così si esprimeva:
L’approvazione del piano di ricostruzione dà facoltà ai comuni di espropriare le aree destinate a nuove costruzioni nelle zone di cui all’art. 2, lettera d). Sono fatti salvi, a favore dei proprietari espropriati o dei loro eredi, i diritti di cui agli artt. 18 e 19 della legge urbanistica 17 agosto 1942, n. 1150, nel caso in cui essi vogliano valersene per ricostruire fabbricati di loro proprietà già esistenti nel perimetro urbano. 2°) La presenza della Linea Gotica aveva provocato la devastazione dei terreni agricoli, la distruzione di fabbricati, nonché la presenza di campi minati da Livergnano fino a Rastignano. La stessa località Cà Baiocca e i fondi agricoli vicini erano semi- distrutti dai continui bombardamenti americani ed inutilizzabili per il ritorno all’attività agricola. Prima dell’uscita del Decreto di Ricostruzione, il CLNER (Comitato Liberazione Nazionale Emilia Romagna) aveva preso informali contatti con i proprietari terrieri dei fondi agricoli della vecchia Pianoro e nuova Pianoro affinché fosse reso più celere l’esecuzione del Piano di Ricostruzione.
Un assenso formale l’ebbe dalla famiglia Neri. A quell’epoca la famiglia Neri era presente sul nostro territorio e proprietaria di terreni e fondi agricoli con i due fratelli, Vincenzo e Vittorio. Il primo era proprietario, sulla destra del Savena, dei fondi agricoli che partivano dal Podere Lagazzo, Cà Tombetto, Cà Tombo, Cà Casino, Cà Gualando, Cà Fontana fino a Musiano al fondo Gozardina compresa la Ex Villa Silvestri, mentre il secondo era proprietario, sulla sinistra del Savena, dei fondi della Villa Fungarino (oggi Villa Neri-Montezemolo), podere
Musiano, Cà Casetto, Cà Civetta, Cà Nova, Cà Cané, Cà Puntirone e Cà Rio Mercato. La scelta dell’area più favorevole per la nuova Pianoro fatta della Giunta Comunale fu quella di espropriare il vasto pianoro occupato dai Fondi Tombo e Tombetto appartenenti a Neri Vincenzo.
I due fratelli Neri appartenevano ad una numerosa famiglia il cui padre era proprietario di una cava nella pianura bolognese. Neri Vincenzo era nato a Bologna il 22 giugno 1880. Dopo il liceo Galvani di Bologna proseguì gli studi universitari a Bologna conseguendo la laurea in medicina e chirurgia nel 1906. Lavorò all’Ospedale Maggiore e dopo un breve periodo nel corso del quale fu assistente nelle cliniche neuro-psichiatriche di Roma
e Napoli, si reco a Parigi ove divenne allievo di Babinski. Nel 1911 fondo la Clinica per le malattie nervose e mentali VILLA BARUZZIANA. Durante la I^ guerra mondiale diresse l’Ospedale Pascoli a Bologna. Nel 1925 fu insignito della Legion d’Onore, dopo una prolusione sulla sclerosi laterale amiotrofica tenuta in occasione del centenario della nascita di Charcot. Mori nel 1960 e fu seppellito nel cimitero di Musiano nella tomba di famiglia. Sposato con la Contessa Giulia Alessandretti, nata a Imola il 20-07-1881, ebbe due figli gemelli nati il 24-05-1913 nella famosa Villa la Quiete di Mezzana, Pontecchio Marconi: Giorgio e Laura sposata poi in Baldini (Prosegue nella quarta parte).