I Vom Vom. Loris Fusini è il secondo da destra

Il 12 Febbraio 2021, nella splendida chiesa di San Bartolomeo, antica Abbazia di Musiano recentemente restaurata, “Quelli di Pian di Macina”, hanno reso omaggio alla salma di Loris Fusini. La cerimonia di commiato, officiata da Don Orfeo Facchini, ha visto la partecipazione, oltre ai figli Elia e Arianna, alla loro madre Parisiana, al fratello Umberto e alla cognata Antonia, di tanti piandimacinesi, amici e amiche di infanzia e attuali. “Loris ha finalmente finito di soffrire” hanno commentato amaramente Umberto e Antonia. I miei ricordi più fervidi di Loris sono legati, in particolare, agli anni ‘70 quando assistevo alle prove del gruppo musicale “Le Tombe” nel locale di Marco Magagnoli nel retro dell’Aia, oggi Piazza Garibaldi. Marcello Lelli, Giorgio Rossetti, Franco Stefani e Loris avevano in affitto questo locale che era diventato un punto di ritrovo di noi giovani. Il gruppo era formato da tre chitarre e una batteria e Loris suonava la chitarra basso. Il gruppo era diventato subito famoso tra noi ragazzi di borgata perché rappresentava un sogno e una speranza. Da una periferia operaia si poteva sognare di diventare famosi attraverso l’impegno e lo studio come questi quattro ragazzi stavano dimostrando. Il gruppo “Le Tombe” non divenne famoso nel mondo musicale nostrano perché suonare di notte e dovere lavorare di giorno, richiedeva un notevole sacrificio, non sostenibile in quei momenti. Però Franco, Marcello e Loris “non gettarono la spugna” e formarono un nuovo Gruppo assieme a Gianni e Euro chiamato “I Vom Vom”. Il debutto ufficiale avvenne, alla presenza di tutti noi ragazzi, nel 1969 presso Snoopy Night Club di Pianoro, oggi sede della BPER Banca. In seguito “I Vom Vom” fecero diverse serate anche in altri locali di Bologna, ma il gruppo si sciolse dopo appena un anno dalla sua formazione. Durante gli anni successivi ho incontrato diverse volte Loris sia nella sua amata Brento sia a Pianoro e non ci siamo mai persi di vista. Da dipendente della Arcotronis Italia S.p.A. di Sasso Marconi, per la quale aveva compiuto diversi viaggi nel mondo, era divenuto un accanito naturalista e, quando lo fermavo nelle sue “sgroppate” podistiche, mi ripeteva spesso: “la natura non ha bisogno di noi come pubblico, anche se credo che apprezzi lo sguardo che coglie la sua bellezza piuttosto che inquinarla”. Loris è sempre stato un tipo particolare, più emancipato e più riflessivo dei suoi coetanei. Quando l’ho rivisto, nel 2019, dopo una prima malattia, mentre correva di nuovo sulla Via Vallazza di Brento verso il Centro Tutela Fauna di Monte Adone, mi disse: “amo correre e sentire il vento che mi accompagna”. Non poteva fare a meno di correre e aveva recuperato, in modo straordinario, una ottima forma eccetto qualche fastidio agli occhi. Mai e poi mai mi sarei aspettato che morisse così improvvisamente e spero che dove si trova ora possa fare ancora tante fotografie naturalistiche, lunghi trekking e corse nel vento assieme alla sua Asia, l’amato cane. Buon Viaggio, Loris.

Romano Colombazzi