
Gianni Raimondi tenore e Mirella Freni soprano (Boheme di Puccini al Teatro alla Scala)
Credo sia doveroso ricordare il grande tenore Gianni Raimondi che ha scelto Pianoro come residenza negli ultimi anni di vita, non solamente oggi, ma per il futuro con l’intitolazione di una strada o un giardino, magari quello con la nuova fontana a Rastignano, frazione nella quale oggi le sue spoglie riposano.
Purtroppo molti giovani e non appassionati di musica lirica non lo conoscono, ma magari leggendo il suo nome si potrebbero incuriosire e documentare su chi sia stato questo grande e apprezzato artista.
Il suo cospicuo numero di presenze al Teatro alla Scala è quasi da record, per non dimenticare quanto alto abbia portato il nome dell’Italia anche all’estero in grandi teatri quali il Metropolitan di New York, l’Opéra di Parigi e lo Staatsoper di Vienna solamente per citarne alcuni.
La sua dedizione per la musica, lo studio, unitamente alla sua voce sicura, squillante e molto estesa verso l’acuto, tipica del tenore lirico italiano, gli ha permesso di scrivere pagine memorabili in opere parecchio impegnative, quali “I Puritani” di Bellini, “La Favorita” di Donizetti, senza dimenticare Verdi e Puccini.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo per qualche anno e quello che mi sento di dire, oltre alla riconoscenza per lo straordinario artista che i melomani ricordano, è l’essere stato una persona di grande simpatia e umiltà, nell’accezione più nobile del termine.
Nel mondo del teatro le manie di protagonismo e la comprensibile rivalità fra colleghi possono compromettere il nascere di vere amicizie, invece Gianni Raimondi, grazie anche al suo temperamento di persona buona per nulla da divo, era veramente molto amato dai colleghi, registi e direttori d’orchestra.
Trai i vari ricordi personali, ne ho uno di una tenerezza unica. In occasione di un concerto che andai ad assistere in cui era presente il soprano Mirella Freni, il maestro Raimondi, che non riuscì a partecipare all’evento, mi chiese di portarle i suoi saluti. La risposta della signora Freni, contornata da un grande sorriso, fu: “Gianni, che cara persona! Salutamelo tanto”. Queste poche parole sincere di affetto dipingono benissimo chi sia veramente stato questo grande tenore, uno straordinario artista che ha saputo donare ai melomani e ai teatri di tutto il mondo una parte di sé e della sua arte, unitamente ad essere stato una persona molto amata dal pubblico e dai colleghi.
Credo proprio che si meriterebbe un’intitolazione in suo ricordo, considerando anche che nel 2023 ricorrerà il centenario dalla nascita.
Marco Colombari